venerdì 25 ottobre 2013

Lasagne di zucca e salsiccia senza latticini e .. a ciascuno la sua (zucca)!

Non c'è nulla di più buono del profumo della zucca appena aperta, se poi, questa, la unisci alle lasagne .. che dire?! Connubio perfetto!
Se poi ti accorgi che tuo figlio che fa sempre storie a tavola, mangia la sua porzione con gusto e ti ringrazia per averla preparata perché è "deliziosa" (parole sue!) beh, non vedi l'ora di rifarla!!!
Le foto che vi mostro più giù, invece, sono state scattate ad Amsterdam, come vedete, ci sono zucche di tutte le varietà e forme e colori, davvero stupende! Adesso vi lascio alla ricetta che mi auguro proviate, come vedete è molto semplice e con pochi ingredienti tra i quali trovate la salsiccia perchè contrasta bene con la dolcezza della zucca e dona a queste lasagne, una nota piccantina e di sapidità che adoro. 


Ingredienti: (per 4 persone)
Lasagne fresche qb (circa 250 g)
700 g di zucca circa
200 g di salsiccia di maiale
1 cipolla
sale qb
olio qb
rosmarino
pepe nero Tec-Al
Per la besciamella vegana:
1/2 l di latte di soia o di riso
4 cucchiai di farina antigrumi
3 cucchiai di olio evo
sale qb
noce moscata qb
timo qb
Preparazione:
Ho sbucciato la zucca e l'ho tagliata a tocchetti, ho preparato un battuto di cipolla che ho fatto rosolare in poco olio in un tegame capiente e vi ho aggiunto la zucca e il rosmarino. Ho fatto cuocere a fuoco medio e, non appena è terminato l'olio, ho aggiunto un pò d'acqua e ho controllato di tanto in tanto per accertarmi che non finisse. (In realtà, è raro che accada perchè la zucca durante la cottura lascia andare acqua)
Nel frattempo, mi sono dedicata alla besciamella. Trovate qui il procedimento.
In un altro tegame ho sbriciolato la salsiccia e l'ho fatta rosolare in pochissimo olio.  Ho spento e ho messo da parte. Dopo circa 20 minuti la mia zucca era pronta, allora ho aggiustato di sale e pepe, ho tolto i rametti di rosmarino, lasciando soltanto qualche aghetto e ho passato metà della zucca al minipimer.
Ho unito la vellutata di zucca alla besciamella facendo amalgamare per bene. Ho preso le mie due piccole lasagnere, ho messo un goccio d'olio alla base e poi subito un mestolino di crema di zucca e besciamella. Ho fatto un primo strato di lasagne sul quale ho aggiunto un mestolino di crema di zucca e besciamella, ho coperto con un altro strato di lasagne e ho coperto con la polpa di zucca che avevo tenuto da parte e la salsiccetta sbriciolata. In sostanza, per evitare di riempire (e quindi appesantire) eccessivamente le mie lasagne, ho alternato strati conditi con la crema di zucca e besciamella a strati conditi con la polpa di zucca e la salsiccetta.
Ho fatto cuocere in forno ben caldo a 200 gradi (modalità ventilata) per 25 minuti con le teglie coperte di carta alluminio e gli ultimi 10 minuti senza carta alluminio in modo da creare una leggerissima crosticina.






Questa ricetta partecipa inoltre alla I edizione del concorso Tiendeo "Ricette di Stagione"
Potete trovare tutto l'occorrente qui 


e al contest indetto da Deliziandovi "La zucca: Coloriamoci d'Autunno"






al contest indetto dal blog Giorni senza fretta "Una zucca per te"

giovedì 24 ottobre 2013

Besciamella senza latte o besciamella vegana

Salve a tutti,
finalmente vi posto la ricetta della besciamella vegana, ovvero senza latte e derivati. Trovo che abbia un'ottima consistenza e che, essendo più leggera, possa essere consumata più spesso e con meno sensi di colpa sia dal punto di vista etico sia da quello relativo alla tutela della salute.
Nel prossimo post, scoprirete come l'ho usata! 

Ingredienti
500 ml di latte di soia/riso*
4 cucchiai di farina antigrumi
3 cucchiai di olio evo
sale qb
noce moscata qb
timo qb (qualche fogliolina)
Preparazione:
Ho preso un pentolino e vi ho versato il latte al quale ho aggiunto, lentamente e senza mai smettere di mescolare, la farina. Non appena il composto è apparso privo di grumi (un paio di minuti), ho fatto scaldare l'olio in un tegame e vi ho versato il composto a base di latte e farina. Ho fatto cuocere a fuoco medio - mescolando continuamente con un cucchiaio di legno - e in meno di 5 minuti la mia besciamella era pronta per essere usata. Ho aggiustato infine di sale, ho messo una spolverata leggerissima di timo e noce moscata. Fate raffreddare un pò e poi è pronta da usare.
Note:
  • Se dovesse presentare qualche grumo, potete renderla ancora più velluta passandola per qualche secondo al minipimer.
  • Se ve ne avanza, mettetela in un barattolino chiuso e conservatela in frigo. 
  • Con questa dose ho preparato delle ottime lasagne che vi mostrerò presto, ma potete usarla come preferite.
  • Potete usare sia il latte di riso, sia il latte di soia, la prima volta ho usato il latte di soia e devo dire che la consistenza era più soda ma io preferisco sempre il gusto del latte di riso.

martedì 22 ottobre 2013

Polpettone di tonno senza formaggi


Buongiorno!!! La ricetta che vi presento oggi era stata vista e annotata mesi fa e arriva dal blog di Claudia.  La mia versione è quasi identica, salvo qualche piccola modifica, qui potete trovare la sua ricetta. Mattia ha iniziato ad accettare il pesce, fino all'anno scorso gli provocava piccole reazioni allergiche (solo cutanee), nulla di grave ma il pediatra mi aveva consigliato di escludere il pesce dalla sua dieta fin quando sarebbe stato più "forte". Quest'estate ho riprovato a fargli assaggiare il merluzzo, poi il pesce spada, il tonno, il nasello e non ha avuto più alcuna reazione quindi troverete più spesso qualche ricetta semplice anche a base di pesce. Speriamo di poter provare presto anche crostacei e molluschi, attendo il via libera della sua pediatra. 

Ingredienti: (per 3 persone) 
5 scatolette da gr. 80 di tonno al naturale
2 uova codice 0
7 cucchiai di pangrattato
1 cucchiaino di capperi dissalati
2 cucchiaini di patè di olive verdi
1 filo di olio e.v.o
sale qb
pepe nero Tec-Al
Preparazione:
In una terrina ho messo il tonno ben sgocciolato, vi ho aggiunto i capperi, il patè di olive verdi, il pangrattato e infine le uova. Ho frullato bene tutto, ho aggiustato di sale, pepe e ho aggiunto un filo di olio.
Ho trasferito il tutto su di un foglio di carta da forno e ho formato un rotolo avendo cura che fosse ben sodo, ho chiuso le estremità a caramella con del filo da cucina e ho creato una rete per tenere ben fermo il polpettone. Ho immerso il polpettone in una pentola dal fondo largo che ho riempito d'acqua e ho calcolato 30 minuti di cottura (con coperchio) dal momento del bollore. Ho scolato e ho atteso che si raffreddasse per toglierlo dalla carta forno e tagliarlo a fette. Ho servito su un letto di insalata mista con della maionese. 



giovedì 17 ottobre 2013

Paesi Bassi: Amsterdam e dintorni e a spasso con un milk-free

Ed eccoci finalmente alla seconda parte del nostro viaggio: Amsterdam! (trovate il post relativo al Belgio qui!). Siamo stati molto fortunati perchè malgrado le temperature fossero bassine, (corrispondenti a una sorta di mite inverno siciliano!) c'è sempre stato il sole e quindi abbiamo potuto godere appieno della città, passeggiare tra i canali, visitare NewMarkt, i mercati, passeggiare per Vondelpark e usare la metro lo stretto indispensabile! Amsterdam vista da noi è stata una città in cui la sveglia suonava presto, proprio come quando andiamo al lavoro, per cercare di vedere il più possibile! In realtà, le prime ore del giorno erano sempre molto fresche, quindi girare per musei è stato l'ideale! Come vi dicevo, questo è stato il nostro viaggio più importante, il primo volo di Mattia, il primo treno, il primo tram e tante altre prime volte. E' stato bello e per ovviare a tanti inconvenienti, abbiamo affittato un appartamento in cui ho potuto cucinare. L'Olanda, infatti, non è certo il posto ideale per un allergico ai latticini. Trovare del pane che non contenesse latte è stata quasi un'impresa  ma per fortuna in una grande città non mancano i negozi specializzati nella vendita di prodotti alimentari biologici e naturali. Nella zona dei musei, a Weteringschans c'è il Biomarkt che si trova a due passi dal Rijkmuseum e vende quasi tutti i prodotti che in Italia si acquistano da NaturaSì. Potete reperire qui una lista di negozi specializzati. 


Tornando alle visite, le due foto che seguono sono state scattate di fronte alla casa di Anne Frank. Non sono una sentimentale, o per meglio dire, non pensavo che quella visita sarebbe stata in grado di toccarmi tanto, invece consiglio a tutti di farla. L'appartamento è praticamente vuoto eppure le ricostruzioni, le testimonianze degli amici che li hanno sostenuti durante gli anni di clandestinità, il manoscritto (suddiviso in diversi quaderni), la corrispondenza con i parenti in cui, alla fine della guerra, il papà di Anne racconta di essere alla ricerca della sua famiglia e quella finale in cui comunica che Anne è morta ad Auschwitz a un mese dalla fine della guerra. Non è facile trasmettervi le mie sensazioni e quel dolore partecipato che ho provato durante il percorso guidato. L'appartamento di Anne, condiviso con la famiglia Van Daans, è quasi vuoto, eppure carico di un'atmosfera unica. La storia di Anne è quella di una ragazzina che malgrado la paura, cerca con caparbia di non rinunciare ai suoi sogni, di un padre che fa il possibile per regalare alla sua famiglia istanti di normalità facendo arrivare alla figlia ritagli di giornale o dei regali per le occasioni importanti. Nonostante fossimo andati all'apertura, c'era già la fila e il percorso guidato era pieno di gente, malgrado ciò, non si sentiva fiatare quasi come se si tentasse di rispettare il silenzio assoluto che la famiglia di Anne osservava durante il giorno. Qui potete trovare tutte le info sulla casa di Anne Frank e sulle nove persone che protessero le due famiglie clandestine nascoste nell'alloggio segreto. Dopo aver terminato la visita, ho avuto un solo desiderio: avere in mano il diario per leggero integralmente, ma dato che i prezzi del negozietto erano altissimi (e onestamente non ne capisco la ragione perchè il prezzo dei libri dovrebbe essere uguale ovunque) ho aspettato di rientrare e ho acquistato la stessa edizione su Amazon a un prezzo più che ragionevole e attualmente è la mia lettura seral/notturna!


Nelle prossime foto invece tanta leggerezza e un'atmosfera da fiaba che mi ha riportato alle favole dei fratelli Grimm, tra boschetti, colorate casette con tetto spiovente, ruscelli e ponticelli che collegano le due rive, caprette e galline che girano liberamente .. Tutto ciò è Zaanse Schans, una sorta di museo all'aperto appena fuori Amsterdam che consente di fare un salto nei Paesi Bassi del '700. In realtà è un posto molto turistico ma rende l'idea della vecchia Olanda e inoltre è l'ideale per una gita fuori porta. Per fortuna siamo partiti in tarda mattinata e non di pomeriggio come avevamo pianificato, perchè ci siamo ritrovati in quest'atmosfera magica coccolati da tiepidi raggi solari e incantati dai colori della campagna con i mulini a vento in funzione. Pare ci siano un migliaio di mulini a vento tutt'ora funzionanti e visitabili all'interno, ne abbiamo visti un paio tra i quali quello che sfruttava l'energia eolica per tagliare la legna e quello che produceva olio di arachidi. 
Non poteva mancare la bottega di zoccoli olandesi o Klompenmakerij nella quale oltre ai classici zoccoletti olandesi con la punta in sù - che sono incredibilmente leggeri - si trovano zoccoli con forme e colori davvero bizzarri, come quelle che vedete nella foto a sinistra. 
Il nostro viaggio è quasi terminato e prima di salutarvi, vi lascio con un'immagine scattata dal Nemo Museum, un museo quasi interamente dedicato ai bambini (ma con due piani per adulti) che ci ha regalato un paio di ore di divertimento (soprattutto per papà e figlio!) e di sperimentazioni! Qui potete trovare il sito ufficiale del museo con tutte le info sulle attività e i workshop che si tengono, invece qui potete trovare le attività adatte ai bambini. Oltre a Nemo Museum, vi segnalo lo Artis Royal Zoo e il Jewish Historical Museum che dispone di ben tre sale per i bambini.  
Non è stato facile selezionare poche immagini in mezzo a 6 giga di foto ma spero di essere riuscita nell'intento di darvi un assaggio del nostro viaggio. 

domenica 13 ottobre 2013

Biscotti tipici siciliani (senza latte) ripieni di marmellata di mele cotogne

Questi biscottini senza nome fanno parte della tradizione sicula, sono i biscotti delle nonne e delle zie, quelli che, durante la mia infanzia, non mancavano mai durante le feste, Natale in primis.  Dato che ottobre è il mese giusto per fare la marmellata di mele cotogne (qui la ricetta), il Natale era la prima festa utile per utilizzarla. Tradizionalmente venivano fatti rotondi (usando le tazzine da caffè o i bicchieri di vetro come tagliabiscotti) oppure a mezzaluna, ma ognuno può usare la forma che preferisce!
Questa è la mia prima volta con lo strutto, perchè, come saprete già - quando posso - scelgo ingredienti di origine vegetale ma in questo caso (dato che non contiene proteine del latte) ho voluto riprodurre la ricetta così come mi era stata data, senza cambiare una virgola. Non serve che mi dilunghi ulteriormente per introdurre questi biscotti, serve soltanto che li assaggiate e spero di avervi incuriosito al punto da farvi prendere formine e mattarello! L'impasto è friabile e leggermente croccante, davvero eccezionale. Le dosi sono per circa 6 teglie di biscotti e considerate che vi terranno impegnati per almeno 3 ore! Munitevi anche di tanta marmellata - a me ne sono serviti circa 800 g - e di almeno 3 contenitori che vi serviranno per conservare i biscotti. 
Trovo che siano ideali per colazione o merenda, da accompagnare a una tazza fumante di tè alla cannella o del gusto che più preferite! Vi lascio alla preparazione e non dimenticate di farmi sapere se vi sono piaciuti!

Ingredienti:
500 g farina OO 
500g farina semola di grano duro Molino Chiavazza
350 g di strutto (non contiene proteine del latte)
300 g zucchero
6 uova medie
16 g di lievito
1/2 cucchiaino da caffè di cannella
la buccia grattugiata di 2 limoni bio
marmellata bio di mele cotogne home made (qui la ricetta) 
Preparazione:
Ho mescolato tutti gli ingredienti, ho lavorato l'impasto fino a ottenere una palla soda e ho ricavato i miei biscottini. Ricordatevi di infarinare bene il piano di lavoro in maniera tale da fare scivolare il mattarello quando tirate la pasta a sfoglia. Ho fatto biscotti di diverse forme e grandezza, rotondi, a forma di fiorel e alcuni molto grandi. Ovviamente più sarà sottile la vostra sfoglia, maggiore sarà la quantità di marmellata che riuscirete a mettere. Ho ricavato tante forme fin quando è finita la pasta, ho messo un cucchiaino di marmellata al centro di ciascuna forma e ho chiuso coprendo il biscotto con un'altra formina della stessa grandezza. Ricordatevi di chiudere bene il biscottino picchiettando con le punte delle dita per evitare fuoriuscite di marmellata durante la cottura.
Dato che per chiudere il biscotto può capitare che la pasta si allarghi troppo e che quindi la forma - nel caso specifico della forma a fiore - diventi un pò più bruttina, a biscotto chiuso, potete ripassare ulteriormente la formina, questo servirà a ridare una bella forma al biscotto ed eliminare la pasta in eccesso!
Ho infornato in forno preriscaldato a 180 gradi per 20 minuti o fin quando il biscotto sarà dorato e ho poi fat raffreddare sulla gratella.











e infine lui .. che, impastando impastando, si è mangiato un paio di biscotti a crudo e si è riempito della  farina eccedente facendomi divertire come non mai! .. tanto poi pulisco io!!!! ;)












Questa ricetta partecipa al contest "I biscotti della tradizione" indetto dal Molino Chiavazza

sabato 12 ottobre 2013

Marmellata di mele cotogne morbida da spalmare

Credo sia la migliore che abbia mai fatto, la ricetta proviene da un'amica di mia mamma che ce ne regalò un barattolino un paio d'anni fa e finora non ha avuto che consensi.
Perfetta da spalmare o da usare come morbido ripieno per biscotti e dolcetti oppure, perchè no, da mangiare con un cucchiaino! Mia mamma, lavorando, non ha mai avuto molto tempo da dedicare ai dolci ma se c'era una preparazione che adorava fare per noi bimbe, era proprio la marmellata di mele cotogne, perchè poco zuccherata e quindi sana. Con queste dosi ho ottenuto 900 g di marmellata, direi un'ottima proporzione!
Ingredienti:
4 grosse mele cotogne (al netto 1 kg circa)
500 g di zucchero semolato
acqua qb
Preparazione:
Ho pelato le mele cotogne e le ho inserite in una pentola con i bordi alti. Ho coperto con acqua e ho portato a ebollizione a fuoco vivo, dopo di ciò, ho cotto a fuoco basso per oltre un'ora fin quando cioè le mie mele cotogne sono diventate morbide. Ho spento il gas e le ho tirate fuori dall'acqua (non buttate l'acqua di cottura, vi servirà tra un pò!) tagliandole a pezzetti ed eliminandone il grosso torsolo. Ho passato la polpa di mele cotogne al minipimer. Ho travasato la polpa fine in un'altra pentola e ho aggiunto lo zucchero e un paio di mestoli di acqua di cottura*.  Ho fatto cuocere a fiamma dolce per circa 15 minuti e contemporaneamente ho messo a sterilizzare i vasetti nello sterilizzatore rapido che uso per i biberon di mio figlio. Se non lo avete, potete farli bollire in una pentola piena di acqua.
Ho asciugato i vasetti e ho invasato, pulendo per bene il bordo interno. Ho chiuso ermeticamente e ho capovolto! Scegliete i tappi con il click clack, il sottovuoto garantisce una migliore conservazione delle conserve. Ulteriori considerazioni sulla preparazione delle conserve fatte in casa, le trovate qui.
*Attenzione: la marmellata non va sommersa d'acqua, ma semplicemente ammorbidita con un paio di mestoli dell'acqua di cottura che verranno assorbiti quasi interamente durante l'ultima fase di cottura ma avranno contribuito a rendere morbidissima la marmellata.



giovedì 10 ottobre 2013

Bruxelles-Amsterdam tour: I parte - il mio Belgio tra cioccolata, birra e pommes frites

Carissimi,
finalmente sono riuscita a completare il post in cui vi racconto il nostro viaggio. In realtà ho scritto il testo a mò di diario la stessa sera del nostro rientro in mezzo al caos più totale. Ho deciso di ritagliarmi mezzora e di distendermi ripensando a quella splendida settimana che era appena finita.
Le foto sono state aggiunte in un secondo momento ..

Sono tornata stasera e nonostante la mia cucina sembri una lavanderia a gettoni, con buste di roba sporca che attendono il bip bip della lavatrice per procedere a un ulteriore lavaggio, mi godo il silenzio e il riposo dei miei uomini per scrivere due righe, mentre è ancora tutto freschissimo ma soprattutto prima che la routine inizi a velare i ricordi del mio ultimo viaggio, nonchè il primo importante per tutti e tre. Come vi avevo anticipato in qualche post fa, abbiamo fatto un giro - che io definirei tour de force - in Belgio e Olanda, due paesi del Nord Europa che avevo voglia di vedere da quando ero ragazzina. Siamo partiti sabato 21 settembre dal nuovissimo aeroporto di Comiso con un volo Ryan Air diretto a Bruxelles, lì siamo stati ospitati da un ragazzo conosciuto attraverso un social network che mette in comunicazione viaggiatori e affittacamere. Mia sorella mi aveva suggerito di dare un'occhiata su airbnb ma non abbiamo trovato nulla che facesse al caso nostro e poi invece, per caso, il mio compagno si è imbattuto in Wimdu ed ecco che una graziosa stanzetta a Bruxelles non attendeva che noi. Siamo stati benissimo e abbiamo dormito a un prezzo modico in un appartamento in pieno centro e conto di ripetere l'esperienza per viaggi futuri. Conoscete questi due social?! Leggendo i commenti scritti su altri appartamenti, c'è chi non ha mai visto l'owner o chi l'ha visto di sfuggita, io posso dirvi che il ragazzo, che era di origine marocchina, è stato gentilissimo e molto premuroso e, se ci sarà occasione di tornare in Belgio, passeremo di sicuro a salutarlo. Questo modo di viaggiare mi ha molto ricordato le case di studenti, nelle quali arrivava sempre l'amico dell'amico che portava altri amici ed entravi in contato con talmente tanta gente con cui scambiavi opinioni, credenze, attraverso cui conoscevi modi di vivere diversi dal tuo, ti aprivi al nuovo, riconsideravi con occhi diversi il "vecchio". In una parola sola: crescevi.  Vivendo in un centro piccolissimo, viaggiare mi da la possibilità di uscire dall'isolamento "isolano", ed erano anni che non lo facevo. Oltre ad aver visto posti incantevoli per me ha significato un ritorno alla "vecchia me" che non si lasciava appiattire dalla routine e che si serviva dei viaggi per rinascere. Molte volte, in quella settimana, io e il mio compagno ci siamo detti scherzando di aver sbagliato tipologia di viaggio, poichè, data la stanchezza accumulata, sarebbe stata più congeniale una vacanza come la crociera e invece l'errore sta proprio qui: partire alla scoperta della città, rinunciando agli agi della crociera (cito la crociera in quanto forma di viaggio totalmente organizzata) e non demandando ad altri la scelta degli itinerari e soprattutto dei tempi da dedicare alle visite, ha reso perfetta la nostra vacanza instillando in noi la voglia continua di riscoprire il mondo.



I colori brillanti e la maestosità della Grand Place di Bruxelles, con i palazzi municipali che brillano con il sole (sì, non ha mai piovuto, sebbene le foto qui sopra non siano molto luminose!) e si illuminano di sera. Dopo averla vista, ho capito perchè rientra nella rosa delle più belle piazze d'Europa!


L'appartamento dove alloggiavamo si trovava a soli 2 minuti di cammino da quella splendida piazza, attorno alla quale si estende il centro storico e, a ovest, porta al "Manneken - Pis" ossia una statua in bronzo alta circa 50 cm che rappresenta un bambino che fa pipì. Al riguardo, circolano varie leggende, tra le quali quella che rimanda a un bambino che, facendo la pipì su una bomba, ne bloccò l'esplosione (va' a capire come!) e salvò la città da una terribile sciagura. Una curiosità: un paio di volte al giorno un impiegato del comune cambia l'abito del Manneken (pare che disponga di un guardaroba di più di 800 abiti) sotto gli occhi di turisti curiosi. Anch'io facevo parte della folla, e mentre il mio cucciolo guardava compiaciuto il Manekino, io mi godevo un goduriosissimo waffel strabordante di nutella!
Ad ogni modo, questo curioso Menekino in coppia con l'Atomium (che offre una splendida vista della città!), rappresenta il simbolo turistico della città che include anche un un grosso business di souvenir di ogni tipo. Poco più giù, invece, vedete una delle tante vetrine che mi sono divertita a fotografare .. Le numerosissime e stupefacenti cioccolaterie che affollano soprattutto le vie del centro storico e rendono le passeggiate ancora più piacevoli!







Il lunedì mattina siamo partiti alla volta della raffinatissima (e, ahimè, carissima) Bruges, nota anche come la Venezia del nord, per via dei suoi canali. A parte la deludente visita al museo del cioccolato, che non consiglio affatto perchè - a mio avviso - non è altro che una trappola per turisti, invece merita tantissimo l'esposizione permanente di circa 300 opere originali di Picasso, Monet, Degas, Toulose-Lautrec, Chagall, Magritte nella quale è anche predisposto uno spazio per avvicinare i bambini all'arte. Per il resto, anche qui cioccolaterie e raffinate pasticcerie ad ogni angolo. Onestamente, avrei assaggiato di tutto - tantissimi tipi di pane morbido e profumato, muffin, cupcake coloratissimi, crostate - ma dato che il burro e/o il latte erano ovunque,  mi sono limitata negli assaggi ma ho osservato tanto in maniera tale da prendere spunto e riproporre qualche dolcetto in versione milk-free!




immagine presa da internet
Prima di lasciare il Belgio, volevo segnalarvi un posto in cui fermarvi per assaggiare le pommes frites, ovvero le patatine fritte! Si chiama Fritland ed è in zona Bourse, (rue Henri Mause, 49) proprio al centro di Bruxelles, dove vi serviranno delle ottime patatine fritte accompagnate da salsine squisite  che ne esaltano il gusto! Avete presente le patatine dei fastfood?! Sì, intendo proprio quelle che sanno di materiale da riciclo .. beh, a 33 anni suonati ho scoperto che le patatine derivano dalle patate!!! Buonissime. Pensavo fosse una stupidaggine e invece le patatine in Belgio sono eccellenti, pensate che risalgono al XVII secolo quando, durante l'inverno, venivano servite in sostituzione del pesce fritto quando i fiumi si gelavano.
La prima parte del racconto termina qui, vi lascio al prossimo post per la II parte. 

domenica 6 ottobre 2013

Biscotti alla maionese (senza latte e senza burro) "del web intero"

Del web intero?! Addirittura?! Beh sì, non c'è foodlover che non li abbia provati, si trovano praticamente dappertutto e vorrei dare un'appartenenza a questa ricetta ma credo che si sia persa.
Ad ogni modo io ho seguito le indicazioni di Stefania, ho soltanto sostituito il burro con la margarina totalmente vegetale. Come accade spesso, questa è una delle ricette che avevo salvato e che attendeva pazientemente di essere provata. Li ho già rifatti più volte e sono sempre venuti benissimo! 
Qui oggi piove e penso che continuerà a farlo per tutto il giorno .. un motivo in più per coccolarsi in cucina!
Vi lascio alla preparazione e vi auguro buona domenica!
Ingredienti:
100 g di margarina fredda
90 g di maionese fredda (fatta in casa o comprata!)
40 g di zucchero semolato
270/290 g di farina 00 (io 270 g)
zucchero semolato per la copertura
Preparazione:
Con lo sbattitore ho montato la margarina con lo zucchero fino a ottenere una crema morbida e chiara, ho aggiunto la maionese e ho amalgamato bene al composto, infine ho unito lentamente la farina e ho continuato a lavorare il composto aggiungendo gradualmente farina fino a quando si formeranno dei bricioloni un pò più grandi di quelli del crumble e a quel punto procederete a mano. Ho lavorato quindi il composto a mano fino a formare una palla ben soda e ho fatto riposare in frigo per quasi un'ora.
Ho acceso il forno a 190 gradi e ho creato dei fiorellini con il tagliabiscotti adatto. Prima di infornarli li ho spolverati con zucchero semolato. Non li ho passati in freezer 5 minuti, ma in frigo per mezz'ora circa al fine di non far perdere la forma in forno e ho cotto per 13 minuti cioèfino a quando sono diventati dorati.